Il modello di guadagno dello streaming non aiuta agli artisti, in particolare quelli indipendenti. Nel migliore dei casi il modello di business incentrato solo sugli ascolti paralizza le finanze di un artista, nel peggiore dei casi è la fine della sua carriera.
I numeri parlano chiaro. Le stime dell’industria musicale variano leggermente, ma in generale per 1 milione di ascolti di una canzone (3 volte la popolazione Islandese), gli artisti ricevono all’incirca il seguente pagamento da questi servizi di streaming:
- Amazon Music $5.000;
- Apple Music $5.000-$5.500;
- Google Play $12.000;
- Pandora $1.400;
- YouTube $1.700.
Spotify, che detiene più del 36% della quota di mercato e ha contato 286 milioni di utenti attivi mensili nel primo trimestre del 2020, con 1 milione di streams, un artista potrà guadagnare dai $3.000 ai $6.000 dollari, a seconda del paese di provenienza degli ascoltatori come spiegato in questo articolo: Come paga Spotify gli artisti?. Gli artisti, con questo sistema di pagamento, ambiscono a guadagnare meno di un centesimo per stream. Mentre l’esasperazione dei musicisti aumenta, il movimento Justice at Spotify, composto da più di 30.000 persone, continua a organizzare manifestazioni di protestare contro il noto servizio di streaming.
Streaming Live? Una nuova era all’orizzonte
Mentre la pandemia ha cancellato la musica dal vivo e ha accelerato i punti di contatto virtuali, alcuni artisti si sono cimentati in ambienti digitali alternativi che vanno al di là dei noti servizi di streaming. Le piattaforme di streaming incentrate sui videogiochi come Twitch, sono diventate luoghi popolari per i musicisti per connettersi con i fan. Qui i loro nuovi modelli di reddito, permettono agli artisti di essere pagati in base al numero di abbonati, dando l’opportunità di produrre guadagni molto più elevati.
Già nel 2018, Jeremy “Disguised Toast” Wang ha mostrato in un video di YouTube come sia possibile generare $ 20.000 al mese, con accordi di sponsorizzazione. Da allora, lo youtuber che conta più di 3 milioni di seguaci solo su YouTube, ha firmato un accordo di streaming esclusivo con Facebook Gaming. È incoraggiante, quindi, che stiano nascendo delle alternative di business per gli artisti indipendenti. Questi modelli possono permettere a chiunque, con le giuste strategie di comunicazione, di essere compensati adeguatamente per crescere ed evitare di rimanere incagliati nella logica distruttiva degli ascolti online.
SoundCloud Premier è la nuova normalità
SoundCloud ha lanciato il suo nuovo modello di reddito SoundCloud Premier, che raggiunge 175 milioni di utenti al mese e conta 76 milioni di utenti attivi mensili. La sua nuova struttura di royalty “fan-powered” mira a livellare il campo per gli artisti indie, consegnando i soldi che il servizio genera dagli ascoltatori direttamente ai musicisti che ascoltano. Questo potrebbe segnare la svolta nel mondo della musica ma il servizio è ancora troppo acerbo per diventare il nuovo modello di business.
In contrasto con il modello convenzionale in cui le royalty generate dai flussi vanno in un pool che viene pagato agli artisti in base alla loro quota di ascolti totali, il nuovo sistema pagherà gli artisti in base alle abitudini di ascolto dei loro fan. Più i fan ascoltano la musica di un musicista, più quel musicista viene pagato. Tutti gli artisti indipendenti che monetizzano direttamente con SoundCloud potranno fare richiesta di partecipazione al nuovo modello.
Non è tutto oro ciò che luccica
Il nuovo sistema ha però qualche difetto: tiene conto di quanti annunci pubblicitari il fan ha consumato, e se il fan ha o meno un abbonamento a pagamento a SoundCloud Go+. Tutto ciò è sicuramente un importante passo avanti verso un modello più sostenibile per gli artisti che ricordiamo essere i creator delle piattaforme, ovvero i lavoratori o per meglio dire gli impiegati a tempo indeterminato delle piattaforme di streaming. SoundCloud nasconde nell’armadio qualche scheletro, infatti la società nel 2015 è stata citata in giudizio da un gruppo dell’industria musicale britannica che rappresenta più di 111.000 cantautori ed editori per violazione del copyright e royalty non pagate.
SoundCloud è il primo nel mondo dello streaming musicale a portare un piccolo cambiamento nella struttura delle entrate.
“Molti nell’industria hanno voluto questo per anni. Siamo entusiasti di essere quelli che portano novità sul mercato per sostenere meglio gli artisti indipendenti”
CEO di SoundCloud Michael Weissman
Resta da vedere se questo cambiamento metterà più soldi nelle tasche degli artisti, va comunque apprezzato l’annuncio di SoundCloud che insieme ad altre mosse che tendono ad agevolare i musicisti, fanno un passo avanti verso un cambiamento.
“Bandcamp Fridays” uniti per la musica
Nel marzo 2020 la piattaforma Internet Bandcamp ha debuttato con “Bandcamp Fridays”, un’azione per aiutare gli artisti che improvvisamente si sono trovati esclusi dai tour.
La popolare piattaforma rinuncia a tutte le tasse una volta al mese, consegnando tutte le entrate agli artisti e alle etichette che stanno affrontando forti disagi in questo periodo. Una nota in cima alla home page dell’azienda segnala ai fan di “Scoprire nuova musica sorprendente e sostieni direttamente gli artisti che la fanno”.