Se ti è capitato di ascoltare il Daimoku (il mantra del Sutra del Loto) e hai sentito risuonare qualcosa dentro di te, oggi sono qui per spiegarti cosa è successo e come i mantra aiutano a farci stare bene.
Se ti sei incuriosito riguardo a questo argomento eccoti un video di YouTube con il mantra in questione così che tu possa riuscire a sintonizzarti sul canale astrale giusto.
https://www.youtube.com/watch?v=KfRcUpoPl7w
“Nam myoho renge kyo”
- Namu , derivante dal sanscrito Namaḥ, indica “Devozione”, il “Rendere onore”.
- myoho, tradotto come “meraviglioso”.
- hō, in sanscrito Dharma, tradotto come “Dovere”, “Legge”, “Legge cosmica”, “Legge Naturale”, oppure “Il modo in cui le cose sono” .
- renge, che indica il “Fiore di loto”, simbolo del risveglio e dello stato di illuminazione.
- kyo, simboleggia “Insegnamento” del sutra o “Il suono” attraverso cui si esprime.
Queste parole, o meglio caratteri, hanno un’antica origine e risalgono circa al III secolo a.C. Il primo reperto è scritto in pracrito, un dialetto indoarii, successivamente tradotto in sanscrito arrivando oggi a noi con tanta saggezza e mistero.
Pensare ad una cosa così antica e cercare un unico significato, appare così riduttivo e povero di valori. Chissà quanti dettagli e riflessioni saranno andati persi eppure, il suono delle parole riesce ad entrare in risonanza con il nostro ascolto.
Il sutra del Loto apre con questo titolo, un codice che secondo la cultura Buddista della tradizione Nichiren, può permettere di accedere alla via verso l’illuminazione armonizzando il mondo interiore e riflettendo all’esterno la buddhità. Il titolo del sutra riassume, sintetizza e rende presente il senso profondo dell’insegnamento in esso contenuto, per questo motivo Nichiren indicò queste parole come mantra da ripetere e cantare per armonizzare il tutto.
È importante non minimizzare tutto ad un mero canto religioso. La via verso il risveglio è fatta di sacrificio, dolore, studio e determinazione; non è certo pensabile che pronunciando una formula magica qualcosa magicamente, un giorno, cambi dentro di noi. È un cammino e come tale deve affrontare curve, discese e salite. Oggi proveremo ad osservare le frequenze di questo mantra per comprenderle e studiarle.
Dove tutto ebbe inizio
Nella cultura giapponese si è soliti dare un significato allegorico a molte cose. Non sono esclusi i desideri negativi, gli impedimenti e gli impulsi, stati dell’essere che ci distraggono dai nostri scopi e dal praticare la vita in maniera sana. Nella tradizione buddista questi e altri desideri negativi vengono associati ai demoni: entità spirituali.
Nichiren, monaco riformatore del XIII secolo, riformula il modo di praticare il buddismo centrando la pratica sullo studio del Sutra del Loto. Nichiren trova a capo di tutti quei desideri negativi il “Re demone del sesto cielo” il capo, che interviene per distogliere il Buddha dal risveglio. Citando alcune parole:
«Quando la pratica progredisce e aumenta la conoscenza, i tre ostacoli e i quattro demoni emergono, facendo a gara per interferire. Non dovete farvi influenzare né spaventare da loro. Se vi fate influenzare, sarete trascinati nei cattivi sentieri. Se vi fate spaventare, vi sarà impedito di praticare il vero Buddhismo […] quando incontra qualcuno che ha rivolto il suo cuore al bene, cerca di ostacolarlo […] L’oscurità fondamentale si manifesta come Re demone del sesto cielo»
Rev. Shoryo Tarabini (undated). A response to questions from Soka Gakkai practitioners regarding the similarities and differences among Nichiren Shu, Nichiren Shoshu and the Soka Gakkai. from: nichiren-shu.org
Metaforicamente questo demone è rappresentato come un re con dieci eserciti, e simboleggia i pensieri e le azioni negative, gli eccessi, il disprezzo, la voglia di dominare gli altri, l’attaccamento eccessivo al piacere, la voglia di accumulare ricchezza, le persecuzioni e i tre veleni della mente (ignoranza, avidità e odio/rabbia).
Una storia interessante che descrive noi esseri umani con le nostre debolezze e il modo in cui la nostra mente diventi la nostra principale nemica se non dominata. Lo studio della cultura orientale e l’incredibile profondità di questi miti ha fatto risuonare in me qualcosa che mi ha spinto verso la ricerca.
Ho voluto dunque indagare in prima persona per scoprire e studiare il principale mantra recitato nella corrente di Nichiren. La mia domanda al confine tra scienza ed esoterismo è: può esserci qualcosa di potente che ancora non conosciamo in questi canti sacri? Scopriamolo insieme a diamo inizio a questa avventura.
Lo spettrogramma del Daimoku: canti a confronto
Non avendo a disposizione una grande sala e un folto numero di partecipanti a recitare il Daimoku, mi sono dovuto accontentare del video che trovi in alto e ho iniziato ad analizzare la traccia audio.
Il suono di questo canto sembra presentarsi molto armonico ed energico. L’immagine di sopra rappresenta lo spettro dei due canali, destro e sinistro. Sull’asse orizzontale abbiamo il tempo mentre lungo l’asse verticale possiamo osservare le frequenze. I colori, dal blu notte al giallo chiaro, rappresentano l’ampiezza delle frequenze o usando un termine più generico, ci mostrano il volume delle frequenze.
I cerchietti che vediamo sono le parole del mantra articolate nel tempo in maniera periodica. La cosa interessante è come in basso rimanga costante una frequenza con una forte intensità. In generale è normale osservare questo andamento in un’onda periodica in quanto possiede un’energia infinita ed una potenza finita.
Quello sopra è un estratto dello spettrogramma di “Sleep” un fantastico brano scritto da Eric Whitacre cantato dai VOCES8. Come potete osservare, un brano corale porta con se molte frequenze e qui possiamo vedere chiaramente come le frequenze non si fermano all’istante ma sfumano nel tempo. Merito dell’acustica e delle caratteristiche del canto corale possiamo ammirare le voci dei coristi dissolversi. Una visione molto diversa da quella descritta nel Daimoku, ma proviamo ad osservare un altro esempio questa volta un estratto di altri mantra Buddisti
Anche qui notiamo una sequenza periodica, piccoli cerchietti più scuri che ci mostrano le parole recitate nel canto e una bassa frequenza costante con un’elevata intensità. Sarà che forse i mantra per loro natura infondono energia per via della loro periodicità? O magari dipende dalla loro tonalità ciclica che non accenna a cambiamenti se non nel filtrare il suono attraverso la bocca?
La voce: lo strumento divino
La voce umana ha da sempre ricoperto un importante ruolo nel mondo del sacro, dei rituali e della cura dello spirito. La voce è un mezzo per comunicare, cantare, trasmettere emozioni. Con la voce facciamo entrare in risonanza il mondo intorno a noi creando di fatto la realtà che ci circonda.
Le labbra e la bocca sono un perfetto filtro naturale che ci permettono di modulare i suoni su tutto lo spettro. Un classico esercizio che tutti da piccoli avremo sicuramente fatto, consiste nell’intonare le cinque vocali con una tonalità ascendete: U-O-A-E-I. Prova anche a tu a fare lentamente questo esercizio e con un po’ di concentrazione, sentirai il suono spostarsi dalla gola alla testa.
Il suono inizia il suo moto dai polmoni che spingendo l’aria verso la laringe, dove troviamo le corde vocali, risale su verso la faringe uscendo infine dalla bocca o dal naso. Quando pronunciamo la vocale U le labbra sono molto strette e al passaggio dell’aria iniziano a vibrare. Qui sentiremo vibrare la gola, il petto e la bocca. Continuando con il vocalizzo tra la vocale A ed E, il suono inizia a spostarsi prima sotto al nostro naso, per poi arrivare ad appena sopra l’altezza degli occhi.
A questo punto, cosa sta succedendo al nostro corpo? L’aria che si sposta dai polmoni trova come cassa di risonanza tutto il nostro apparato vocale. Ogni settore di questo potente apparato, contraendosi e modificando il suo aspetto, genera onde sonore di ogni forma. Non è un caso che l’uomo sia in grado di imitare il verso di animali, il suono di veicoli… più in generale l’uomo è in grado di riprodurre tutto ciò che può ascoltare e percepire.
In tutti i mantra troviamo parole ricche di vocali e con un ritmo scandito. Nella religione cristiana ad esempio, ritroviamo l’uso del suono delle vocali nei canti gregoriani, questi ultimi però peccano di periodicità in quanto seguono una melodia e non ripetono le stesse parole, componente necessaria per caricare un suono di infinita energia.
Se non siamo impegnati direttamente nella riproduzione di un canto, possiamo sempre fare parte del gruppo di ascolto. Ascoltare è il primo passo per apprendere e riprodurre. Persone meno fortunate con problemi di udito infatti non riescono a riprodurre tutti i suoni come si potrebbe fare normalmente, ma dove pecca un senso, un altro prende il sopravvento sviluppando una sensibilità maggiore. Cerchiamo di capire come funziona il nostro udito e come questo influenzi la nostra mente.
Come udito e suono influenzano la mente
Sapevi che le nostre orecchie possono percepire suoni tra i 20Hz e i 20kHz? E il resto? Purtroppo tutto ciò che è al di fuori di questa banda non è a noi accessibile. Animali come pipistrelli o delfini hanno un udito molto più sviluppato arrivando a sentire e riprodurre suoni oltre i 100kHz. Magari sono molto più intelligenti di noi ma non riusciamo semplicemente a capire ciò che dicono.
L’essere umano è dotato di un apparato uditivo complesso e affascinante sotto ogni aspetto. L’orecchio che funge da imbuto ai suoni che provengono dall’esterno riversa, attraverso il canale uditivo, tutte le vibrazioni al timpano, una sottile membrana collegata direttamente alla catena ossicolare. Questi piccoli ossicini amplificano la pressione e riducono il movimento del timpano trasferendo il segnale alla cochlea che converte lo stimolo in impulso elettrico.
Dentro questo organo avviene la magia. Il suono che abbiamo convertito in elettricità verrà tradotto in frequenze dentro questo piccolo organo a forma di lumaca con il suo guscio a spirale. Proprio per la sua forma speciale non percepiamo i suoni in maniera uguale ma a seconda del volume percepiamo una frequenza in maniera diversa rispetto ad un’altra.
Dopo tutto non siamo perfetti ma con quello che abbiamo, riusciamo a esplorare il nostro mondo. Quello stesso mondo che il nostro corpo ci da l’opportunità di sperimentare, il mondo materiale. Ma allora cosa sono quei brividi quando sentiamo quella canzone o quando qualcosa si rompe? Non parlo dei suoni forti come il suono di un aereo che decolla, parlo di quei suoni che suscitano emozioni e immaginazione.
Ogni cosa emette un suono, anche il nostro corpo da fermo, basti pensare al battito del cuore ma voglio precisare che questo non è l’unico suono che emettiamo. Ogni suono ci trasmette a noi una determinata vibrazione e il nostro cervello riconosce gli schemi di certe frequenze, capendo quando qualcosa fa bene e quando qualcosa fa male. Il rumore del mare per via della sua caratteristica, massaggia l’interno delle nostre orecchie. La voce di una donna che urla ci può mettere paura o angoscia, perché siamo anche fatti per riconoscere i pericoli e superarli.
I mantra come il suono del mare o il silenzio dei boschi, sono tutti suoni che aiutano la nostra mente a meditare e ad andare in uno stato di concentrazione profonda. I nostri neuroni comunicano tra loro in maniera coordinata e con un velocità diversa a seconda del nostro stato psicologico. Cerchiamo di capire quanti e quali sono gli stati della mente e come questi ci influenzano.
Attività cerebrale agli stimoli sonori
Durante le nostre attività il cervello “vibra” ad una certa frequenza. Attraverso alcuni test clinici come la Magnetoencefalografia (MEG) e Elettroencefalografia (EEG) si è riusciti a distinguere cinque tipi di stati della mente classificati come onde: gamma, beta, alpha, theta e delta.
Le onde gamma sono collegate a una varietà di processi cognitivi attivi, tra cui l’attenzione, l’elaborazione sensoriale, il legame percettivo e l’esperienza cosciente.
Le onde beta si registrano in un soggetto in stato di veglia, nel corso di una intensa attività mentale (ad es. durante calcoli matematici).
Le onde theta che si manifestano durante la fase REM e sono collegate alla capacità di essere creativi, riflessivi e quando proviamo emozioni profonde.
Le onde delta sono correlate principalmente ad attività corporee involontarie, come la frequenza cardiaca o la digestione.
Le onde alpha sono tipiche della veglia ad occhi chiusi, della calma e degli istanti precedenti l’addormentamento. Questo tipo di onde generalmente sono quelle che ci accompagnano durante le fasi della meditazione.
Ognuna di queste categorie se presenta eccessi o difetti è sinonimo di una problematica. Quando si ripete costantemente un mantra, entriamo in uno stato “Alpha” ma non tutti hanno gli stessi tempi di reazione. Infatti, a seconda dello stato emotivo di ognuno possiamo avere differenti risultati in tempi diversi. Possiamo comunque affermare che in uno stato di quiete, rilassamento e concentrazione molto probabilmente la mente si sincronizzerà ad una frequenza tra gli 8 e i 14 Hertz.
Dipendenza dal suono
Sapevi che più ripetiamo qualcosa e più il nostro cervello ci premia. Con cosa? Con la dopamina, la stessa sostanza che viene rilasciata quando si fa uso di droghe. Aspetta però, questo non significa che avrai effetti allucinogeni ma che la tua mente ti farà provare piccoli istanti di piacere.
Il Nucleus Accumbens (NA) is trova esattamente al centro del sistema di ricompensa del cervello. Gioca un ruolo importante nel processo di piacere e dipendenza, rilasciando dopamina.
Chi contrasta la dopamina è la serotonina che ha proprio la funziona di regolare i processi della mente stimolando l’umore, la memoria e la cognizione. Entrambi ci accompagnano durante tutti gli stati della nostra vita: tristezza, felicità, euforia o depressione. Le droghe si sostituiscono a queste componenti alterandone il normale flusso e creando così uno squilibrio che porta ad oscillare con molta violenza tra questi stati.
La meditazione o ascoltare musica aiutano il nostro cervello ad essere più rilassato e a regolare le funzioni di dopamina e serotonina. Il punto è che queste conoscenze oggi vengono usate in maniera subdola per venderci qualcosa. Come?
Nella pubblicità troviamo tutte le componenti per hackerare la nostra mente. La ripetitività tipica delle pubblicità ci fa entrare in uno stato di trans, apparentemente cosciente, che ci spinge alla spesa compulsiva. I social network sono pensati per attirare l’occhio e creare più interazioni possibili, in modo da stimolare la mente e il rilascio di dopamina, dandoci così la necessità di utilizzare le loro piattaforme.
La dipendenza è un qualcosa che ci fa del male. I mantra o in generale la ripetizione di una azione ci può aiutare a prendere coscienza, concentrazione e trovare beneficio ad un livello cognitivo. Sta a noi diventare coscienti di cosa ci fa veramente bene, mettendo da parte le cose che invece ci rubano tempo ed energie preziose. Iniziamo partendo da oggi ad essere più responsabili verso noi stessi. Come? In un semplice modo, scegliendo.
4 risposte
Sono un buddista e trovo molto interessante .si potrebbero curare anche le malattie con le frequenze ma bisogna avere la mente libera da ogni dogma.mi piacerebbe conoscerla di persona .
ciao, io pratico il buddismo da 21 anni, e non posso che essere d’ accordo con te, proprio perché ne ho provato gli effetti in prima persona. bello l’articolo, interessante per me, ancor di più, perché sono un infermiera.
Grazie
Grazie! Articolo molto interessante! Mi piacerebbe avere musica/suoni da ascoltare magari in rete che aiutino a portarmi a uno stato di rilassamento e creatività che descrivi. Dove li posso trovare?🙏
Ps cosa è Human noise?
Ciao Laura, su YouTube trovi molte playlist con musica di questo tipo le parole chiave da utilizzare sono: Theta Healing, 432Hz Music, Mozart Effect, ecc. In linea generale si tratta di musica ideale per conncentrarsi ma mi hai dato un’idea per creare una playlist ad hoc se questo può essere di interesse per la community di questo blog. Fammi sapere che ne pensi! Human Noise è un singolo che ho pubblicato nel 2019, lo trovi su tutte le piattaforme di streaming, qui trovi tutti i link .